Il gioco III - Commentario

Domenico Riccio - Il gioco – III Commentario

Sotto il capo XXI, rubricato «Del giuoco e della scommessa», il codificatore pone – per regolare l’intero settore del gioco – tre soli articoli che iniziano, coerentemente al già sufficientemente icastico titolo («Mancanza di azione»), affermando che «Non compete azione per il pagamento di un debito di giuoco o di scommessa».

Davvero singolare appare, quindi, la scelta normativa, che palesa la volontà di prendere le distanze da un fenomeno che pure si è voluto disciplinare ed al quale si è voluto attribuire conseguenze giuridiche sul piano civilistico.

È evidente il disagio del regolatore che è palpabile e comprensibile ed è il portato della difficoltà di distinzione tra il fenomeno sociale e quello giuridico del contratto in parola.

E dunque, in soli tre articoli del codice civile e dall’incipit peculiare sono condensate le norme che reggono la terza industria del Paese, con 120 mila addetti e 5 mila aziende collegate, con una raccolta complessiva dell’anno 2009 pari a 54.410 milioni di euro, con un incremento di 6.856 milioni (+14,4%) rispetto all’anno 2008 (47.554 milioni).

Attualmente sono 30 milioni i giocatori in Italia,18 milioni sono saltuari e 12 accaniti. Dal 2002 il settore è in costante crescita in generale ed a ciò si aggiunge che per motivi culturali agli italiani piace giocare: basti pensare che il Lotto è il gioco più antico al mondo ancora attivo.

(Scritto nel 2010)