Domenico Riccio - L'Incoerenza

La coerenza è una superstizione. Un’ossessione per chi ha paura di cambiare idea. Un dogma per chi crede che il mondo sia un’equazione e non un vortice. Eppure, ogni cosa che conta nasce dall’incoerenza. La scienza sbaglia con metodo, la politica tradisce per sopravvivere, l’arte mente per dire la verità. Persino Dio, se esiste, è incoerente: onnipotente ma invisibile, perfetto ma pieno di contraddizioni. Questo libro è un attacco frontale al mito della linearità. Smonta la logica, ridicolizza l’identità, gioca con la filosofia, la storia, la mitologia, la fisica quantistica e il mercato azionario. Eraclito ride, Parmenide piange, Darwin umilia Aristotele. Nessuna rivoluzione è mai stata coerente, nessun amore è mai sopravvissuto senza contraddirsi. E chi si ostina a restare sempre uguale a se stesso ha già smesso di vivere. Un libro tagliente, paradossale, spietato. Un inno all’instabilità come unica forma di libertà. Se cerchi certezze, chiudilo. Se vuoi sopravvivere al caos, leggilo.

“L’universo è incoerente. Infatti esiste”

Indice
L’Opera
L’incoerenza o Chokhmah – L’incoerenza: la logica dei vivi
L’Autore
“L’universo è incoerente. Infatti esiste”
L’incoerenza o Chokhmah
Nessuno è coerente
Parte I – L’orrore della contraddizione
Il delirio della coerenza
Nessuno è mai stato se stesso
Il mito della linearità
I filosofi e la loro ossessione per l’ordine
Il linguaggio come prigione del pensiero
Eraclito ride, Parmenide piange
La logica è un gioco, ma nessuno sa le regole
L’io è una versione beta
L’identità è un alibi
Contraddirsi è un atto di sincerità
Parte II – La necessità dell’incoerenza
La mente cambia idea prima ancora di averne una
L’invenzione della consequenzialità
Darwin contro Aristotele
La scienza sbaglia con metodo
Le rivoluzioni sono incoerenti, e vincono
L’arte è una bugia che racconta la verità
Politici e santi: maestri di incoerenza
Le religioni si salvano tradendosi
Nessun amore sopravvive alla coerenza
La verità è un mosaico di errori
Parte III – L’incoerenza come libertà
Il pensiero libero è pensiero instabile
Il dogma uccide, il dubbio crea
I bambini sono incoerenti, per questo imparano
Ogni regola è una semplificazione
La musica sbaglia sempre la nota giusta
Il mercato ama l’incoerenza e la chiama innovazione
Il futuro è di chi cambia idea
Ogni scelta è un tradimento di infinite possibilità
La perfezione è una coerenza impossibile
Dio è incoerente, e quindi esiste
Conclusioni: l’incoerenza è in trionfo

Nessuno è coerente
Tutti vogliono essere coerenti, eppure nessuno lo è. Si cerca la coerenza come una virtù assoluta, un faro di integrità, di stabilità, di autenticità. Si pretende da sé stessi e dagli altri una logica ferrea, una consequenzialità impeccabile, una linearità di pensiero e di azione che non vacilli mai. Ma questa è una pretesa artificiale, un’illusione collettiva, un castello costruito sulla paura del caos. L’essere umano è per natura incoerente, mutevole, imprevedibile. Si contraddice perché vive, cambia idea perché esiste, si trasforma perché altrimenti morirebbe.

La coerenza è un’invenzione della mente terrorizzata dall’incertezza. È un dogma imposto per dare un senso apparente a una realtà che di senso non ne ha. È la corazza dei fanatici, il rifugio degli insicuri, l’arma di chi vuole controllare il mondo e le persone. Si invoca la coerenza per svergognare gli altri, per metterli all’angolo, per dimostrare che sono falsi, deboli, inaffidabili. Come se cambiare idea fosse un peccato, come se evolversi fosse un tradimento, come se crescere non comportasse necessariamente il rinnegare ciò che si era prima.

Chiunque abbia provato a essere coerente fino in fondo si è trasformato in una statua, incapace di muoversi, di adattarsi, di respirare. La rigidità non è un segno di forza, ma di fragilità. Solo ciò che è flessibile sopravvive. Gli alberi che resistono al vento si spezzano, quelli che si piegano restano in piedi. Le idee che si credono perfette si cristallizzano, diventano reliquie, musei del pensiero, incapaci di accogliere il nuovo. La verità è un fiume, non una roccia.

L’incoerenza è la condizione naturale di ogni essere umano. Nessuno è mai stato davvero se stesso, perché il sé è un’entità fluida, instabile, sempre in costruzione. Nessuna mente è mai stata interamente razionale, perché il pensiero è un caos di emozioni, di impulsi, di ricordi sovrapposti, di intuizioni contraddittorie. Nessuna società è mai stata completamente ordinata, perché l’ordine perfetto è la morte, è il deserto, è la fine di ogni possibilità.

Chi esalta la coerenza è spesso il più grande degli ipocriti. Predica la linearità ma si adegua alle convenienze. Difende un’idea fino a quando gli conviene, poi la abbandona e finge di non averlo mai fatto. I politici cambiano bandiera con la velocità con cui si muove il consenso. I filosofi si aggrappano ai loro sistemi fino a quando la realtà non li costringe a ritrattare. Gli scienziati costruiscono teorie e poi le distruggono con nuove scoperte. Eppure, invece di accettare l’incoerenza come parte della condizione umana, la si demonizza, la si combatte, la si disprezza.

Le grandi rivoluzioni della storia sono state incoerenti. Hanno distrutto certezze senza sapere cosa mettere al loro posto. Hanno abbattuto dogmi per crearne di nuovi, altrettanto provvisori. Gli eroi sono stati incoerenti: hanno amato e odiato, hanno creduto e dubitato, hanno difeso principi che, in un altro momento della loro vita, avrebbero respinto. L’arte è incoerente: mescola il bello e il brutto, il vero e il falso, il sublime e il ridicolo. La scienza è incoerente: procede per errori, per smentite, per rivoluzioni improvvise che cancellano le verità di ieri.

Il problema non è l’incoerenza, ma il nostro rifiuto di accettarla. La mente cambia idea prima ancora di averne una. La logica è un gioco di cui nessuno conosce davvero le regole. Il linguaggio tradisce il pensiero, lo semplifica, lo deforma. L’identità è un alibi, un racconto che ci inventiamo per sentirci solidi. Contraddirsi non è una debolezza, è un atto di sincerità. Solo chi non ha paura di sembrare incoerente è davvero libero.

Le religioni si salvano tradendosi. La politica si muove tra compromessi e rotture. L’amore sopravvive solo se è abbastanza elastico da accettare il cambiamento. La verità non è un monolite, ma un mosaico di errori. Ogni regola è una semplificazione. Ogni scelta è un tradimento di infinite possibilità. Il futuro appartiene a chi sa cambiare idea, a chi sa adattarsi, a chi sa reinventarsi senza sentirsi colpevole.

Il dogma uccide, il dubbio crea. I bambini imparano perché sono incoerenti, perché non hanno ancora costruito quella gabbia mentale che chiamiamo “identità”. La musica è un gioco di errori armonizzati. Il mercato premia chi innova, e innovare significa spesso contraddire ciò che si era fatto prima. La perfezione è una coerenza impossibile. Dio stesso, se esiste, è incoerente, perché ogni definizione di Dio è in contraddizione con le altre, eppure tutte sembrano avere un senso.

L’incoerenza è la nostra unica possibilità di libertà. Non è un difetto, è la nostra vera natura. Se smettessimo di combatterla, forse potremmo finalmente capire che non abbiamo bisogno di essere sempre gli stessi per essere autentici. Forse potremmo accettare che la vita non è un percorso lineare, ma un intreccio di deviazioni, di ripensamenti, di svolte improvvise. Forse potremmo smettere di giudicare chi cambia idea, chi si contraddice, chi si trasforma. Forse potremmo finalmente vivere senza la paura di non essere abbastanza coerenti.