Domenico Riccio - Laozi

Nel silenzio dell’eternità, là dove il cielo e la terra si sfiorano, nasce Laozi, il maestro del Tao, l’ombra che sfugge e il sussurro che illumina. Il terzo volume della “Trilogia della Preghiera” (Giovanni, Kurt, Laozi) intreccia il respiro della saggezza con il mistero dell’esistenza. Non è un racconto ma un cammino, dove ogni pensiero è un lampo nella notte e ogni parola un cerchio d’acqua che si allarga senza fine. Laozi ci invita a guardare oltre il visibile, ad abbracciare l’inconsistenza della forma e a dissolverci nel vuoto fertile del Tao. È il libro che non insegna ma accompagna; che non spiega ma rivela. Un’opera che danza con il sacro e l’arcano, insegnandoci che l’agire più alto è il non-agire, e che ogni passo sul sentiero della vita è già illuminato dalla luce del Tao.

Indice
L’Opera
Laozi – La pienezza del vuoto
L’Autore
Laozi
La fine del mondo è una farfalla
Amore, coraggio e forza
Il rumore della foresta che cresce
La fine dell’inizio
Un solo passo
Aprire la mano
Semplice come la pietra
Tutte le cose sono in pace
Accendere una candela
Togli qualcosa ogni giorno
Il crepuscolo

La fine del mondo è una farfalla
Nel crepuscolo dei tempi antichi, tra le nebbie sottili che velano i confini del mondo, nacque Laozi, spirito nato dalle onde primordiali del Tao.
La sua venuta fu annunziata dai venti dell’Est, che sussurravano tra i rami degli alberi antichi, e dai falchi che danzavano nel cielo azzurro della terra di Chu, dove il mistero germoglia tra le rive del Fiume Giallo.
Laozi, il fanciullo della saggezza, crebbe tra i libri antichi e le pergamene ingiallite della conoscenza.
La sua mente brillava come l’aurora sulle cime innevate. La sua arguzia scrutava i segreti del cielo e della terra e intrecciava la trama sottile del destino umano con i fili d’oro del Tao.
Nella quiete delle notti stellate, egli contemplava il mistero dell’esistenza e il flusso impercettibile del Wu wei, il cammino dell’agire non agire.
Mentre la luce interiore del Tao lo guidava, Laozi divenne archivista alla corte di Zhou, custode delle verità celate nei rotoli antichi e delle lezioni scolpite nelle pietre del passato.
Tra i corridoi silenziosi del potere, egli osservava la danza mutevole dei principi e la fragilità dell’ambizione umana e la danza poneva le fondamenta per l’insegnamento che avrebbe segnato i secoli a venire.
Nella sua giovinezza, Laozi abbracciava la conoscenza come un rito sacro, preparandosi segretamente per il destino che lo avrebbe portato a rivelare al mondo il profondo mistero del Tao Te Ching, la via e la virtù che illuminano il sentiero verso la sapienza eterna.
Poiché nella pienezza del vuoto, l’assenza è essenza.
Il tutto è nulla di fronte al Tao e il nulla è tutto.