Domenico Riccio - La Sconfitta
Vincere non esiste. Perdere nemmeno. Eppure passi la vita inseguendo una vittoria e fuggendo una sconfitta. Perché? Perché te l’hanno detto. Perché te l’hanno insegnato. Perché hai creduto che fosse vero. Ma il mondo non conosce vincitori. Il mare non vince. Il sole non perde. Gli alberi non si sfidano. Sei tu che hai trasformato la vita in una corsa senza senso. Sei tu che hai accettato un gioco truccato. Questo libro smonta l’inganno. Non ti dice come vincere di più. Ti dice che non serve. Non ti insegna a superare la paura della sconfitta. Ti mostra che la sconfitta non esiste. Dimentica la retorica del successo. Dimentica l’ossessione della performance. Dimentica le classifiche, le medaglie, gli applausi. Respira. Esisti. Basta così.
“Non sei mai stato sconfitto. Hai solo creduto che esistesse la sconfitta”
Indice
L’Opera
La sconfitta o Netzach – La sconfitta: ma ci credi veramente?
L’Autore
“Non sei mai stato sconfitto. Hai solo creduto che esistesse la sconfitta”
La sconfitta o Netzach
E tu che hai sempre creduto di dover vincere…
Parte I – La sconfitta è un’idea
Perdere non è essere sconfitti
Il leone non perde, la gazzella non vince
Chi decide cos’è la sconfitta?
L’eroe di oggi, il fallito di domani
L’undicesimo comandamento: tu perderai
Il successo come unità di misura del nulla
Il trionfo degli altri e la tua disfatta
Il mondo non conosce la sconfitta, solo il cambiamento
Sei stato sconfitto? Dimostralo
La sconfitta è un trucco semantico
Parte II – La sconfitta è un riflesso
Ti specchi e vedi un perdente
La battaglia interiore che non hai combattuto
Il giudice nella tua testa ha sempre ragione
Come si misura una sconfitta?
La società ha deciso che hai perso
Se non fosse una sconfitta ma solo una pausa?
Imparare dal nulla, crescere nel vuoto
La sconfitta è una storia che racconti a te stesso
Il gladiatore e il filosofo
La paura di perdere è già una resa
Parte III – La sconfitta è un’abitudine
Ti sei convinto di aver perso
Ripeti la sconfitta fino a crederci davvero
Meglio sconfitto che responsabile
Il conforto del fallito
Il culto della sconfitta: il martire del nulla
Se nessuno ti avesse detto che hai perso?
La sconfitta è un’educazione
C’è chi vince e si lamenta lo stesso
Vincere e perdere: due impostori, stesso trucco
Smetti di perdere, smetti di vincere, inizia a esistere
Conclusioni: game over
E tu che hai sempre creduto di dover vincere…
Ti hanno raccontato una storia. Te l’hanno raccontata così tante volte, in così tanti modi, che hai finito per crederci. La storia dice che il mondo è una corsa e che tu sei un corridore. Che ogni passo che fai deve portarti più avanti. Che ogni errore è un ostacolo. Che ogni successo è un punto guadagnato. Che la vita è una scala da salire, una sfida da vincere, una gara in cui devi dimostrare di essere il migliore. Ti hanno detto che se ti fermi, sei finito. Che se rallenti, gli altri ti supereranno. Che se perdi, sarai dimenticato. E tu ci hai creduto. Hai creduto che esistesse davvero un traguardo. Hai creduto che la tua felicità dipendesse da quanto riuscivi a ottenere. Hai creduto che il tuo valore fosse qualcosa da misurare, da valutare, da confrontare con quello degli altri. Hai creduto che esistessero vincitori e perdenti.
Ma era tutto falso. Non esistono vincitori. Non esistono perdenti. Esistono solo persone che giocano a un gioco che non hanno scelto. Alcuni sembrano vincere, altri sembrano perdere, ma nessuno di loro ha mai veramente vinto o perso. Perché non c’è nessun premio, nessuna linea d’arrivo, nessuna medaglia che possa dare alla tua esistenza un senso che già non abbia di per sé. Hai vissuto con questa bugia per così tanto tempo che adesso fatichi a vedere il mondo senza di essa. Ti sei identificato con il bisogno di vincere, hai costruito la tua vita attorno alla paura di perdere. Ti sei convinto che senza competizione non ci sia scopo, che senza successo non ci sia valore. Ti sei abituato a guardarti attraverso gli occhi di chi ti giudica, a misurarti con parametri che non hai mai deciso tu.
Ma fermati un attimo. Guardati intorno. Guarda il cielo. Guarda il vento che muove le foglie. Guarda il mare che va e viene senza mai chiedersi se sta facendo abbastanza. Guarda il sole che ogni giorno sorge e tramonta senza preoccuparsi di essere migliore di ieri. Nessuna di queste cose vince. Nessuna di queste cose perde. Eppure, esistono. Eppure, sono perfette così come sono. Solo l’uomo si è inventato la paura della sconfitta. Solo l’uomo ha deciso di separare il mondo in vincenti e perdenti. Solo l’uomo ha trasformato la vita in una competizione continua.
Da quando eri bambino ti hanno insegnato a inseguire qualcosa. A scuola ti hanno dato voti, facendoti credere che il tuo valore dipendesse da un numero su un foglio. Ti hanno insegnato che chi prende il voto più alto è migliore di chi prende quello più basso. Ti hanno convinto che esistono studenti brillanti e studenti mediocri, lavoratori di successo e lavoratori falliti, persone destinate a grandi cose e persone che non contano nulla. Ma chi decide cosa significa successo? Chi ha stabilito che certe vite valgono più di altre? Chi ha scritto le regole di questo gioco?
Il bello dei giochi è che puoi scegliere di non giocare. Puoi scegliere di non credere più a questa storia. Puoi scegliere di uscire dalla corsa, di smettere di pensare alla vita in termini di vittorie e sconfitte. Puoi scegliere di esistere senza bisogno di dimostrare nulla. Ma questa scelta fa paura. Perché per tutta la vita ti hanno detto che senza la competizione non sei nessuno. Che se non lotti per primeggiare, sarai dimenticato. Ti hanno insegnato a misurare il tuo valore in base a ciò che ottieni, a quanti traguardi raggiungi, a quanta distanza metti tra te e quelli che restano indietro. E ora che ti trovi di fronte alla possibilità di lasciar andare tutto, senti il panico. Perché se non sei un vincitore e non sei un perdente, allora chi sei?
Sei quello che sei sempre stato: una persona che esiste. Non un ruolo, non una funzione, non un risultato. Esisti, e questo è tutto. Non hai bisogno di un’etichetta per dare valore alla tua esistenza. Non hai bisogno di trofei per sentirti completo. Non hai bisogno di dimostrare nulla a nessuno, perché non c’è nulla da dimostrare. Il mondo esiste senza il concetto di vittoria e sconfitta. Sei tu che hai deciso di credere che fossero reali. Sei tu che hai accettato le regole di un gioco che non hai mai scelto.
Eppure, qualcosa dentro di te ha sempre saputo che c’era qualcosa di sbagliato. L’hai sentito ogni volta che hai ottenuto qualcosa e la felicità è durata solo un attimo prima di dissolversi. L’hai sentito ogni volta che hai raggiunto un traguardo e subito dopo hai sentito il bisogno di inseguirne un altro. L’hai sentito ogni volta che hai guardato qualcuno che aveva “vinto” e hai visto nei suoi occhi la paura di perdere tutto. Perché il gioco non finisce mai. Perché la vittoria è solo un’altra forma di prigionia. Perché finché credi che la tua vita dipenda da quello che ottieni, sarai sempre in lotta con te stesso.
Ma ora hai la possibilità di vedere le cose per quello che sono. Di smettere di credere all’illusione della vittoria e della sconfitta. Di capire che tutto questo era solo un inganno. Non devi più correre. Non devi più combattere. Non devi più preoccuparti di essere il migliore. Devi solo esistere.
E questa è la verità che nessuno ti dirà mai. Perché se lo capisci, allora smetti di essere controllabile. Smetti di avere paura. Smetti di sentire il bisogno di provare qualcosa a qualcuno. Diventi libero. E un uomo libero non può essere manipolato. Un uomo libero non compra ciò che non gli serve per sembrare vincente. Un uomo libero non accetta lavori che odia per dimostrare il suo valore. Un uomo libero non si piega al giudizio degli altri, perché ha capito che il giudizio degli altri è solo un altro meccanismo per tenerlo intrappolato.
Ti hanno fatto credere che la libertà fosse il successo, ma la libertà vera è smettere di credere che il successo esista. Ti hanno fatto credere che la felicità fosse nella vittoria, ma la felicità vera è nel momento in cui smetti di pensare alla vittoria. Ti hanno fatto credere che perdere fosse il peggior destino possibile, ma il peggior destino possibile è passare una vita a inseguire qualcosa che non esiste.
E ora sei qui. Davanti alla verità. Pronto a fare la scelta che nessuno vuole che tu faccia. Pronto a smettere di inseguire, di temere, di combattere. Pronto a vedere il mondo senza lenti, senza distorsioni, senza illusioni. Pronto a esistere per la prima volta senza la paura di non essere abbastanza. Perché sei sempre stato abbastanza. Sei sempre stato completo. Sei sempre stato libero. Era solo il gioco a farti credere il contrario.
Ora il gioco è finito. Ora inizi a vivere.