Domenico Riccio - La Scienza

Nel tempo della scienza, la verità è venduta come moneta di scambio. Ma chi decide cosa è vero? Chi stabilisce i confini tra conoscenza e illusione? In questo libro, la scienza non è la salvezza: è il nuovo idolo, una fede imposta con l’autorità di chi sa, ma che spesso non sa davvero. Scopri come il metodo scientifico, proclamato infallibile, si tramuti in dogma, e come la verità di oggi diventi superstizione domani. In un gioco di paradossi e provocazioni, ogni capitolo esplora come la scienza si trasforma in mito, come la certezza scientifica si innalza a nuova religione, e come il pensiero critico venga ridotto a eresia. Attraverso una narrazione che scivola dalla filosofia alla storia, dalla sociologia alla mitologia, si svelano le ipocrisie di un mondo che confonde la razionalità con la verità assoluta, e la conoscenza con il controllo. Se credi che la scienza sia la chiave di tutto, preparati a dubitare di ciò che pensavi fosse indiscutibile. Una riflessione scomoda, tagliente, irriverente.

“La scienza è il nuovo dio. Ma è in crisi esistenziale”

Indice
L’Opera
La scienza o il Giudizio – La scienza: il sapere che si crede infallibile
L’Autore
“La scienza è il nuovo dio. Ma è in crisi esistenziale”
La scienza o il Giudizio
Il dogma scientifico
Parte I – La scienza sa
La scienza non sbaglia. Sei tu che hai capito male
Il metodo scientifico è il nuovo catechismo. Non si discute. Si crede
Fatti, non opinioni. Ma chi decide cosa è un fatto?
Se funziona, è vero. Se non funziona, serve più ricerca
Galileo, Newton, Einstein. I nuovi profeti. Sempre incompresi. Sempre trionfanti
Scienza e tecnologia. Una carne sola. Non chiedere chi comanda
La scienza non ha pregiudizi. Ma ha paradigmi
L’esperimento è Dio. Ma chi lo interpreta è il sacerdote
Gli errori della scienza sono progresso. Gli errori degli altri sono eresia
Scienza e denaro. Una storia d’amore. Sempre in cerca di un finanziatore
Parte II – La scienza può
La medicina ti salva. O ti rovina. A volte entrambe le cose
Le macchine sanno. Tu devi solo premere il pulsante giusto
L’Intelligenza Artificiale è il nuovo oracolo. Ma non sa cosa sta dicendo
La genetica promette perfezione. O un mercato
La fisica spiega l’universo. Peccato che cambi idea ogni secolo
La scienza conquista lo spazio. Ma non sa cosa fare sulla Terra
Prevedere il futuro è impossibile. Tranne per gli scienziati, che lo fanno ogni giorno
Il controllo del clima è una speranza. O una minaccia. Dipende da chi paga lo studio
La scienza ti libera dalle illusioni. Creandone di nuove
Nessuno è infallibile. Tranne il consenso scientifico
Parte III – La scienza deve
Il progresso è inevitabile. Anche quando porta al disastro
Se puoi misurarlo, esiste. Se non puoi, non conta
Il sapere cresce. Anche l’ignoranza
Più scienza, meno paura. Ma più dipendenza
La scienza ci rende uguali. Ma qualcuno è sempre più uguale degli altri
Il mondo è complesso. Quindi semplifichiamolo con una formula
La verità scientifica di oggi è la superstizione di domani
La scienza è democratica. Ma solo chi la capisce ha diritto di parola
Dubitare è scientifico. Finché non dubiti di ciò che devi accettare
La scienza giudica tutto. Ma chi giudica la scienza?
Conclusioni: il giudice supremo

Il dogma scientifico
La scienza sa. La scienza può. La scienza deve. Tre verbi, tre imperativi, tre certezze. Tre pilastri su cui poggia il nostro tempo, la nostra cultura, il nostro modo di vedere il mondo. Nessuna epoca ha creduto tanto nella scienza quanto la nostra. Nessuna epoca ha delegato tanto alla scienza quanto la nostra. Nessuna epoca ha avuto tanto bisogno della scienza per legittimare ogni scelta, ogni decisione, ogni visione del futuro. Eppure, nessuna epoca ha visto la scienza trasformarsi in un dogma con tanta rapidità. Nessuna epoca ha assistito a un’accelerazione così violenta nella produzione di verità che, ieri inattaccabili, oggi vengono ridicolizzate, e che, oggi indiscutibili, domani saranno confutate. La scienza è movimento, mutamento, instabilità, ma viene trattata come una roccia inamovibile, una verità incrollabile, una divinità infallibile. Dicono che sia basata sul dubbio, ma guai a dubitare di ciò che essa impone. Dicono che sia basata sulla falsificabilità, ma guai a falsificare le sue credenze del momento. Dicono che sia una costruzione umana, ma guai a metterne in discussione l’autorità.

La scienza è il nuovo tribunale della verità. Giudica cosa è reale e cosa non lo è. Stabilisce cosa possiamo sapere e cosa non possiamo neanche pensare. Decide chi può parlare e chi deve tacere. È diventata il nuovo clero, il nuovo magistero, il nuovo oracolo. Una volta erano i re e i papi a stabilire i confini della conoscenza; ora sono gli esperti, gli scienziati, i tecnici, gli specialisti. La scienza è democratica, ci dicono, perché chiunque può contribuire al sapere. Ma la scienza è anche gerarchica, perché non tutti possono parlare. Devi essere qualificato, devi essere titolato, devi essere riconosciuto dalla comunità scientifica. Se sei dentro il cerchio, la tua parola ha valore. Se sei fuori, sei un ciarlatano, un incompetente, un nemico del progresso. La scienza è libera, ci ripetono, ma ha i suoi confini. E chi li oltrepassa, chi osa contestare il dogma del momento, chi prova a guardare oltre, viene emarginato, ridicolizzato, se necessario cancellato.

Ma cos’è la scienza? Una parola. Un’idea. Un’istituzione. Un metodo. Una fede. Un’illusione. Dipende. Dipende da chi la usa, da chi la difende, da chi la invoca come argomento d’autorità. La scienza è una costruzione sociale che si traveste da verità assoluta. È un’interpretazione della realtà che pretende di essere la realtà stessa. È uno strumento che si presenta come il fine ultimo della conoscenza. La scienza è una narrazione, e come tutte le narrazioni ha i suoi eroi, i suoi martiri, i suoi traditori, i suoi visionari, i suoi inquisitori. Ha i suoi riti, le sue formule, i suoi testi sacri, i suoi dogmi impliciti. Si evolve, cambia, si adatta, ma guai a far notare quanto sia simile alle vecchie forme di autorità che pretende di aver superato.

Questa non è una critica alla scienza. Non è un inno all’ignoranza. Non è un rifiuto del sapere, della tecnologia, della ricerca. È, piuttosto, un esercizio di scetticismo radicale. È un tentativo di smascherare le illusioni che abbiamo costruito attorno alla scienza. È una riflessione sulla nostra epoca, su come siamo passati dalla superstizione religiosa alla superstizione scientifica, senza renderci conto di aver sostituito un idolo con un altro. La scienza non è il problema. Il problema è il modo in cui la viviamo, il modo in cui la idolatriamo, il modo in cui la rendiamo l’unico orizzonte possibile del pensiero. La scienza è uno strumento potente, ma è solo uno strumento. Non è la verità ultima. Non è la risposta a tutto. Non è l’unico modo di comprendere il mondo.

C’è un paradosso nella nostra epoca: viviamo nel tempo della scienza, ma siamo circondati da nuove superstizioni. Crediamo nei dati, ma solo in quelli che confermano ciò che già pensiamo. Crediamo nelle statistiche, ma ignoriamo come vengono costruite. Crediamo negli esperti, ma solo in quelli che ci danno ragione. La scienza ci ha liberati da molte illusioni, ma ne ha create di nuove. Ha distrutto vecchi miti, ma ne ha generati altri. Ha smontato antiche credenze, ma ne ha sostituite con altrettante infondate. E noi, senza accorgercene, continuiamo a credere. Perché l’uomo ha bisogno di credere. Ha bisogno di una certezza. Ha bisogno di un punto fermo in un mondo che si muove.

Questo libro è una dissezione delle superstizioni moderne travestite da scienza. È un viaggio nei miti del nostro tempo, nei fantasmi che ci paralizzano e nelle illusioni che ci guidano. È un tentativo di svelare il meccanismo nascosto dietro il consenso scientifico, dietro le verità indiscutibili, dietro le certezze che oggi sembrano eterne ma che domani saranno abbandonate. È una provocazione, un gioco intellettuale, un atto di ribellione contro l’idea che la scienza sia diventata la nuova religione. Non è un libro contro la scienza. È un libro contro la scienza dogmatica. Contro la scienza che non accetta critiche. Contro la scienza che si trasforma in verità assoluta.

La scienza sa, ma a volte sa male. La scienza può, ma a volte non sa cosa fare. La scienza deve, ma chi decide cosa deve fare? Questa è la domanda. E forse, alla fine, la domanda è più importante della risposta.