Domenico Riccio - La Libertà
“La Libertà” è un viaggio nella più grande delle illusioni. Una chimera che, sebbene bramata da secoli, non ha mai trovato dimora nella realtà. Un concetto che si trasforma in mito, in fede cieca, in promessa eterna. Ma cos’è davvero la libertà? Un atto di coraggio? Un privilegio? O semplicemente una trappola camuffata da diritto? In questo libro, la libertà viene svelata sotto le sue mille maschere: promessa irraggiungibile, inganno che giustifica ogni schiavitù, follia che dissolve ogni ordine. Dalla mitologia alla filosofia, dalla sociologia alla scienza, “La Libertà” esplora ogni angolo della psiche umana e della cultura, smascherando la grande finzione che muove i destini di milioni di individui. Il Matto, figura centrale dei tarocchi, è l’unico libero, perché non sa di esserlo. Non cerca la libertà, non la desidera. Ecco la chiave di tutto: chi la cerca, la perde. Chi smette di cercarla, la trova. Eppure, non è mai la stessa. Un testo ermetico, provocatorio, sarcastico, che non lascia spazio a illusioni: “La Libertà” è il libro che ogni lettore dovrà mettere da parte, per riscoprirlo quando avrà smesso di cercare risposte facili.
“Libertà è il nome che diamo al caos che vogliamo chiamare ordine”
Indice
L’Opera
La libertà o il Matto – La libertà: essere prigionieri di se stessi
L’Autore
“Libertà è il nome che diamo al caos che vogliamo chiamare ordine”
La libertà o il Matto
La libertà, l’illusione che cadenza l’umanità
Parte I – La libertà come promessa
La libertà è un’idea, non una condizione
Il prigioniero crede che il carcere abbia mura
La libertà è sempre futura, mai presente
Nessuno è libero senza un padrone da cui liberarsi
La libertà è una religione senza Dio
L’uomo libero non esiste. Per questo si festeggia
Più libertà significa più regole
La libertà è un’illusione condivisa. Come il denaro
Il desiderio di libertà è il guinzaglio più stretto
La libertà è il premio per chi obbedisce meglio
Parte II – La libertà come inganno
Se sei libero, perché hai paura di perdere la libertà?
La schiavitù ha cambiato nome. Ora si chiama scelta
Chi grida libertà vuole solo catene migliori
La libertà è il nome elegante del caso
Il bambino vuole crescere. L’adulto vuole tornare indietro
La libertà è sempre la libertà degli altri
Il mercato è libero. L’uomo, no
La libertà è una moneta senza valore di scambio
Il libero arbitrio esiste solo nel dibattito filosofico
Siamo liberi di pensare ciò che è già stato pensato
Parte III – La libertà come follia
Il Matto non sa di essere libero. Per questo lo è
Il libertino crede di essere libero. Ma è solo vorace
Il vagabondo è libero. Ma non ha dove andare
L’asceta è libero. Ma solo perché ha rinunciato
La libertà è un rischio. Per questo si evita
L’uomo libero è insopportabile. Non lo vuole nessuno
La libertà assoluta è il caos. Nessuno la sopporta
Il Matto ride della libertà perché non sa cos’è
La libertà è un’idea bella come un’utopia. E altrettanto utile
Il Matto cammina senza meta. E crede di scegliere la strada
Conclusioni: la libertà è il nome
La libertà, l’illusione che cadenza l’umanità
La libertà è la più grande delle finzioni, la più ambita delle menzogne. Essa non ha forma, non ha confini, non ha sostanza; eppure è la più seducente tra le chimere, l’unico sogno che l’essere umano insegue senza mai svegliarsi. Da tempo immemore l’uomo si è convinto che la libertà rappresenti il vertice della sua condizione, l’apice dell’esistenza. Tuttavia, questa stessa libertà, come una dea ingannatrice, si è radicata nelle menti, nelle strutture sociali e nei desideri come un ideale impossibile, sempre presente ma mai afferrato, sempre desiderato ma mai posseduto. È il miraggio nel deserto della realtà. È l’acqua che sfugge tra le dita di chi crede di essere vicino alla fonte, senza sapere che l’acqua è il riflesso del proprio desiderio.
Esiste la libertà come condizione ideale, quella che ogni uomo aspira a raggiungere, ma non esiste mai come esperienza concreta, come stato permanente. La libertà si dà, come una promessa, in un futuro che non arriva mai, in un domani che è sempre troppo lontano. Così, l’uomo moderno vive in un mondo di catene invisibili, che si nutrono del suo stesso desiderio di liberazione. La libertà, quindi, diventa la spinta che lo mantiene in movimento, la forza che lo fa agire, ma al tempo stesso è l’illusione che lo imprigiona nella sua stessa rincorsa.
Il presente libro, La libertà o il Matto, non è altro che un viaggio alla scoperta di questa illusione, una disamina della libertà come promessa irraggiungibile, come inganno travestito da ideale, come follia che trasforma chiunque la persegua in prigioniero della propria ricerca. Così, questo testo si erge come un inno alla vanità delle vanità, un’indagine sul bisogno umano di credere in ciò che non può essere afferrato, nel tentativo di giustificare l’esistenza attraverso l’idea che ci sia una condizione ultima di liberazione che attende ogni uomo. Eppure, come ogni promessa, la libertà si svela per quella che è: una parola, una credenza, un mito che non ha realtà al di là della sua esistenza linguistica e psicologica.
Nel percorso che seguirà, la libertà sarà smascherata nei suoi diversi volti: come promessa che alimenta il desiderio, come inganno che si veste di scelte che non sono mai libere, come follia che sfida il razionale. Ogni parte del libro si costruisce attorno a un tema che si interroga sulla possibilità stessa di una libertà che non sia altro che un nome, una narrazione collettiva, una costruzione sociale che si alimenta di contraddizioni interne e di assiomi non dimostrabili.
In questo contesto, il Matto diventa la figura centrale, l’unico che si fa beffe della libertà, l’unico che non la cerca perché la conosce già nella sua totale irrilevanza. Il Matto cammina senza meta, ignaro di ciò che è, ed è per questo che è libero, libero da ogni aspettativa, libero da ogni catena, libero nel modo in cui solo chi non cerca la libertà può esserlo. Il Matto, senza sapere che cosa sia la libertà, la possiede in abbondanza, e questo paradosso è il cuore pulsante di ogni riflessione che questo libro intende proporre.
La libertà, dunque, non esiste come condizione concreta, ma come idea. E come ogni idea, essa viene vissuta, temuta, inseguita, idolatrata e, infine, disillusa. Il nostro compito non è tanto quello di decostruire la libertà, ma di smascherare la sua inutilità come obiettivo assoluto. La libertà è l’ombra che oscura la nostra visione della realtà, e solo quando smetteremo di inseguirla potremo finalmente vedere il mondo per quello che è. In questo modo, la libertà non è altro che un’illusione che ci impedisce di affrontare la vita per quella che essa è, e come ogni illusione, scompare nel momento in cui viene riconosciuta per ciò che è: una pura costruzione mentale.
In questo libro, dunque, non si troveranno risposte facili né verità assolute. Solo frammenti, contraddizioni e spunti per una riflessione che deve essere personale e mai conclusa. Il cammino che intraprenderemo sarà irto di difficoltà, ma proprio per questo sarà il cammino che porterà all’unico risultato che ha valore: l’accettazione della finitezza della libertà come ideale, e la consapevolezza che la ricerca di una libertà assoluta è l’inganno che ci rende schiavi di noi stessi.