Domenico Riccio - La Certezza
“La Certezza” è il grido di un uomo stanco di farsi ingannare dalle illusioni del sapere. Un viaggio attraverso le epoche, dalla mitologia alla filosofia, dalla scienza alla politica, per smascherare l’inganno delle verità assolute e dei dogmi intoccabili. Certezza, come una torre costruita sulla sabbia, crolla sempre al primo dubbio. In un linguaggio asciutto, pungente e ironico, l’autore ci guida tra le rovine delle ideologie e delle teorie, mettendo a nudo l’inquietante fragilità delle convinzioni che plasmano la nostra esistenza. Ogni pagina è una riflessione radicale sul prezzo che paghiamo per cercare risposte definitive, quando la realtà è fatta di gradi di incertezza. Dall’incredibile certezza di Cartesio alla relatività di Einstein, dal potere delle religioni alla fragilità delle istituzioni, questo libro spinge a guardare oltre le mura di una torre che sembra invincibile. Perché, come insegna la storia, niente è davvero certo, e chi crede di aver trovato una verità è solo uno degli ultimi a vedere la sua torre crollare. La certezza non è mai una conquista. È solo una trappola.
“La scoperta nasce quando una certezza crolla”
Indice
L’Opera
La certezza o la Torre – La certezza: un castello di carte in una tempesta
L’Autore
“La scoperta nasce quando una certezza crolla”
La certezza o la Torre
La certezza è una promessa che non può essere mantenuta
Parte I – Le fondamenta della certezza
La certezza è la madre di tutte le illusioni
Il dogma del mattino è il dubbio della sera
“Io so” è l’ultima superstizione
I geometri dell’assoluto: Parmenide, Cartesio, Kant
Nessuno ha mai visto la certezza eppure tutti la indicano
Archimede cercava un punto fisso, ma la terra girava
Le verità dei secoli, le smentite dei minuti
Il fuoco brucia, l’acqua affoga, la certezza inganna
Galileo ritrattò, Dio non giocava a dadi, Einstein si sbagliava
Tutti erano certi che il sole girasse attorno alla terra
Parte II – La certezza è un’impalcatura pericolante
Quando tutti sanno, nessuno pensa
Il cielo è azzurro finché non cala la notte
I sacerdoti della certezza: politici, scienziati, banchieri
Ogni epoca ha i suoi dogmi, ogni dogma il suo rogo
Le leggi della fisica sono leggi solo finché funzionano
Un algoritmo non sbaglia mai, tranne quando sbaglia
La religione della scienza e la scienza della religione
Il danaro è certo fino alla prossima crisi
L’orizzonte è lì davanti, eppure irraggiungibile
Il castello della certezza: mattoni di opinioni, cemento di paura
Parte III – Il crollo della torre
Il terremoto del dubbio non ha preavvisi
La verità resiste alla prova, la certezza no
La torre crolla sempre quando crediamo di essere al sicuro
Le macerie della certezza fertilizzano il pensiero
Nessuno si salva aggrappandosi a un’illusione
Le rivoluzioni iniziano con una domanda, finiscono con una certezza
Dio era certo di sé, ma poi dubitò e creò il mondo
Senza la certezza l’uomo vacilla, senza il dubbio l’uomo precipita
Non esiste la certezza, solo diversi gradi di ostinazione
Chi ha demolito la torre? Il vento, il tempo, o l’idea che fosse indistruttibile?
Conclusioni: ogni certezza è una trappola
La certezza è una promessa che non può essere mantenuta
La certezza è un inganno che seduce per poi tradire. Essa è il respiro artificiale della mente che, incapace di abbracciare l’incertezza dell’esistenza, si rifugia in dogmi, teorie, e strutture che cercano di escludere il caos dal nostro orizzonte. Eppure, proprio nel caos dimora la verità, ma la verità non si lascia imprigionare dalle gabbie mentali. La certezza è come il filo di Arianna che guida l’uomo nel labirinto delle sue illusioni. Ma quel filo, sempre più stretto, non lo porta mai all’uscita. La sua unica funzione è quella di farlo credere.
Dall’antichità ad oggi, l’uomo ha cercato la certezza in ogni campo del sapere: nella filosofia, nella scienza, nella religione, nella politica. Ogni epoca ha creato i suoi dogmi, ha eretto i suoi templi, ha scritto le sue verità incrollabili. Eppure, come il destino di ogni costruzione umana, questi dogmi crollano inevitabilmente. Non c’è epoca che non abbia visto il crollo delle sue torri. La certezza non è mai una conquista, è solo un cedimento, un rifiuto di guardare il mondo con occhi liberi, senza pregiudizi, senza la necessità di trovare risposte definitive.
Le verità che ci sono state imposte sono illusioni: il geocentrismo, il determinismo, il progresso infinito. Ogni certezza eretta dall’uomo è una croce sulla schiena della sua intelligenza. La storia stessa è un cimitero di certezze distrutte, un campo di battaglia dove le idee cadono, si sgretolano, e vengono sostituite da altre. Ma ogni nuova verità che nasce è destinata, a sua volta, a essere demolita. Eppure, l’uomo, nel suo orgoglio e nella sua debolezza, continua a costruire nuove torri, nuove certezze, nuove verità. Ma ogni verità, come una statua di sabbia, è destinata a essere spazzata via dal vento del dubbio.
In filosofia, dalla sua nascita, l’uomo ha cercato di definire la certezza, ma tutte le sue definizioni non sono altro che giochi di parole, tentativi di fermare il flusso del pensiero. Cartesio, con il suo “Cogito, ergo sum”, creò una certezza che, in realtà, è il punto di partenza di ogni dubbio possibile. Le certezze che sembrano più solide sono le più fragili, quelle che più ci ingannano. La filosofia stessa è nata come ricerca del dubbio, ma ben presto si è trasformata in un gioco intellettuale che cerca di rispondere con certezze a domande che non hanno risposta. E la scienza, che nacque come il massimo strumento di conoscenza, ha spesso creato le sue verità assolute, solo per essere smentita da nuove scoperte.
La scienza, da Galileo a Einstein, ci ha insegnato che la verità non è mai definitiva. Galileo credeva fermamente che il sistema solare fosse eliocentrico, ma quella stessa certezza è stata messa in discussione dalla relatività di Einstein, che ha ribaltato il concetto di spazio e tempo. Le certezze scientifiche sono sempre in movimento, sempre destinate a essere sostituite da nuove teorie, più accurate, più complesse, ma mai definitive. La scienza ci insegna che la certezza non esiste, che ciò che oggi riteniamo verità domani potrebbe essere solo un ricordo di un errore collettivo.
E la sociologia? La sociologia è una delle scienze che più si è sforzata di rendere certi i comportamenti umani, di prevedere le dinamiche sociali, di fornire modelli universali. Ma la sociologia ha fallito nel suo intento, perché l’uomo non è prevedibile. L’uomo è un enigma, una contraddizione ambulante. Ogni previsione sociale è una scommessa che, a lungo andare, perde sempre. I modelli sociali cambiano, e il mondo che sembrava immutabile si trasforma sotto i nostri occhi.
La religione, poi, ha cercato di incapsulare la verità in dogmi di fede, in verità rivelate che, come le leggi fisiche, dovevano essere immutabili. Ma anche la religione è in perenne trasformazione. Ogni religione ha le sue verità assolute, ma la storia ci insegna che nessuna verità religiosa è mai rimasta intatta. Ogni epoca ha reinterpretato la divinità, ha rinnovato il suo rapporto con Dio, ha modificato i suoi principi morali. Eppure, nonostante questo, l’uomo continua a cercare il suo Dio, il suo scopo immutabile, la sua risposta ultima.
La certezza è, in fondo, la negazione della vita. La vita è caos, è incertezza, è movimento. La certezza è il tentativo di fermare il flusso, di congelare l’esistenza in un’immagine stabile, fissa. Eppure, la vita non può essere congelata. Essa scorre, cambia, si evolve. Ogni certezza è un’illusione che impedisce all’uomo di abbracciare la sua vera natura: quella di essere in costante evoluzione, in continua trasformazione.
La società stessa è costruita sulle rovine delle certezze passate. Le ideologie politiche, le istituzioni sociali, i sistemi economici sono tutte torri di certezze che, alla fine, crolleranno sotto il peso del dubbio. Ogni epoca ha creduto che la sua visione del mondo fosse definitiva, che le sue strutture sociali fossero le più evolute. Ma ogni visione del mondo è destinata a essere superata da un’altra, ogni sistema economico è destinato a fallire, ogni istituzione è destinata a decadere. La storia non è un progresso lineare, è una spirale di certezze che nascono e muoiono, per lasciare spazio a nuove idee, nuove verità.
La certezza è come una moneta che, alla fine, ha sempre due facce: quella della sicurezza e quella del fallimento. Ogni uomo che crede di aver raggiunto la verità, che crede di avere il controllo, è destinato a scoprire, prima o poi, che la verità non può essere posseduta. Essa è elusiva, sfuggente, e ogni tentativo di afferrarla la rende ancora più distante. La certezza è un sogno che svanisce quando l’uomo si sveglia e si rende conto che non c’è mai stata nessuna torre che avrebbe potuto resistere al vento del dubbio.
La vita non è fatta di certezze, ma di domande. Ogni risposta è un altro passo verso l’ignoto. La torre che crolla non è una sconfitta, è una liberazione. Perché la liberazione non è dal caos, ma dall’illusione che il caos possa essere controllato. Ogni idea che cerca di cristallizzare il mondo, ogni verità che pretende di essere immutabile, è destinata a essere distrutta. Eppure, l’uomo continua a costruire le sue torri, a erigere le sue certezze, nella speranza che una di esse sopravviva. Ma la torre non sopravvive mai. La certezza non esiste. Solo il dubbio è eterno. E solo nel dubbio l’uomo può finalmente essere libero.
La certezza è la gabbia della mente. Il dubbio è la chiave. Ma l’uomo non ha mai il coraggio di usarla.