Domenico Riccio - Gilgamesh
Nel ventre di Uruk, il potente Gilgamesh alza lo sguardo verso l’eterno. Egli, re e semidio, osa sfidare la morte, infrangere i confini della carne, affrontare l’abisso che divora gli uomini e gli dèi. Il suo cammino è solcato da sangue e sabbia, da visioni terribili e silenzi assordanti. Egli si getta nel mistero, afferrando l’invisibile, sfidando il Destino, come un lupo ululante nella notte senza stelle. Amico di Enkidu, creatura della terra, Gilgamesh si spinge fino ai confini dell’umanità per scoprire la verità. Ma il tempo è feroce e l’eternità non perdona. Cosa resta quando il divino si confonde con il mortale? Quando la paura dell’infinito si scontra con il desiderio di immortalità? Il secondo volume della “Trilogia del Tempio” (Gautama, Gilgamesh, Pitagora) affronta le domande perenni che accompagnano l’umanità e, per rispondere, cade nel baratro dell’oscurità. È una danza con la morte. La voce interiore nel frastuono delle cose del mondo. Un grido che risuona attraverso i secoli e che accompagna il lettore nelle profondità insondabili dell’ignoto.
Indice
L’Opera
Gilgamesh – La battaglia dell’inevitabile
L’Autore
Gilgamesh
Ascoltate, o popoli della terra
Prologo
Il re di Uruk
Creazione di Enkidu
Seduzione di Enkidu
Gilgameš ed Enkidu
Humbaba nella foresta dei cedri
Il toro del cielo
Morte di Enkidu
Alla ricerca della vita
Le porte del sole
Il giardino di Utu
Siduri
Uršanabi sulle acque della morte
Utnapištim
La storia del diluvio
Gilgameš e il serpente
Ritorno a Uruk
Morte di Gilgameš
Epilogo
Ascoltate, o popoli della terra
Ascoltate, o popoli della terra,
poiché desidero narrarvi di colui che vide tutto,
di colui che conobbe ogni cosa.
Egli si spinse oltre i confini con animo ardito, alla ricerca dei Paesi più lontani, in un viaggio verso la completa saggezza.
I suoi occhi scrutarono i segreti celati e le cose nascoste, rivelando una conoscenza che risaliva ai tempi antecedenti al Grande Diluvio. Egli, con fervore e intrepidezza, percorse vie lontane, senza sosta, finché le sue gambe stanche e affaticate non trovarono riposo.
Nel momento di raccoglimento, decise di conservare per sempre le sue gesta, e così fece incidere tutte le sue fatiche su una stele di pietra, un monumento immortale destinato a tramandare il suo sapere attraverso i secoli.
Questa stele, monumento eretto al coraggio e alla saggezza, racchiude in sé le parole che descrivono l’incomparabile esperienza di colui che tutto vide. È un segno tangibile dell’eredità che egli ha donato all’umanità, un faro di luce che guida i passi degli inquisitori in cerca di verità.
Attraverso le sue storie tramandate, siamo testimoni di un tempo antico, quando gli eventi si dispiegarono in una danza divina. Lasciamo che le parole incise sulla pietra ci avvolgano, conducendoci in mondi perduti, dove il passato e il presente si fondono in un’unica visione.
Così, cari ascoltatori, vi invito a riflettere sulle parole di colui che vide tutto, a trarre insegnamenti dai suoi sforzi e dalle sue scoperte. Che il suo racconto sia una fonte di ispirazione per le generazioni future, affinché possano abbracciare la ricerca della conoscenza e la saggezza che risiede nelle profondità di questo vasto universo.
Ecco, le parole del viaggiatore sono incise nella pietra, un testimone eterno della sua avventura epica. Che le storie di tempi passati ci guidino verso una comprensione più profonda della nostra umanità e ci ricordino che la saggezza può essere conquistata attraverso l’esplorazione, la perseveranza e l’amore per il sapere.