Domenico Riccio - Gesù di Nazareth. Il Ministero

Gesù – Il Ministero
Nelle polverose strade di Galilea, là dove il mare incontra la terra e il vento porta echi di eternità, iniziò il Ministero. In Gesù di Nazaret Il Ministero, secondo volume della trilogia della Salvezza (L’Avvento, Il Ministero, La Passione), con un gesto d’amore, un servo del centurione fu guarito, e così cominciò il cammino del Figlio dell’Uomo verso la verità, verso il compimento del Regno. Segni e prodigi, miracoli e parabole, non erano semplici atti, ma simboli di una realtà più alta. I ciechi vedevano, i sordi udivano, i morti risorgevano, ma il vero miracolo era la fede che germogliava nei cuori. Il cammino proseguiva, ogni passo avvicinava il Maestro alla croce, e con essa, alla gloria. L’ombra del sacrificio si allungava, ma prima di giungere al Golgota, Gesù mostrò il segno più grande: Lazzaro risorse dai morti. La morte stessa fu sconfitta, anticipando ciò che sarebbe accaduto al Figlio dell’Uomo. Il ministero era compiuto, il seme della fede piantato. Ora, la via della Passione si stagliava davanti a Lui. Il tempo della sofferenza e della redenzione era giunto. E con esso, la promessa della vita eterna.

Indice
L’Opera
Gesù – Il Ministero
L’Autore
Gesù – Il Ministero
In principio
Guarisce il servo del centurione. In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande
Resuscita il figlio di una vedova. Un grande profeta è sorto tra noi. Dio ha visitato il suo popolo
Ecco io mando davanti a te il mio messaggero. Tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni
Chi sono gli uomini di questa generazione?
Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli
I due debitori. L’Amore condona i peccati
Se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio
Il regno diviso. Dal frutto si conosce l’albero
Una generazione perversa. Giona
Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli
Gesù insegna in parabole
Il Seminatore
Il Seme cresce da sé
Il grano e la zizzania
Il granello di senape
Il lievito. Aprirò la mia bocca in parabole
Spiegaci la parabola della zizzania nel campo
Il tesoro nascosto
La perla
La rete
Il padrone di casa
La tempesta
Legione
Chi mi ha toccato?
Talità kum
Guarigioni
Ultima visita a Nazaret. Nemo Propheta in patria
La messe è molta ma gli operai sono pochi. La missione dei Dodici Apostoli
Il martirio di Giovanni
La moltiplicazione dei pani e dei pesci
Gesù cammina sulle acque
Lo pregavano a Genèsaret
Il pane della vita
La lealtà dei discepoli
Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me
Ciò che viene da fuori non contamina
I cagnolini mangiano le briciole. La tua fede è grande
Effatà. Guarigioni e moltiplicazioni
I farisei chiedono un segno
Loro non capiscono. Lui guarisce
La gente chi dice ch’io sia?
Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua
Trasfigurazione
Elia
Niente vi sarà impossibile
Ancora morte e resurrezione
Gesù paga la tassa nel tempio
Chi vuol essere il primo sia l’ultimo
Lo scandalo
Settanta volte sette
Lascia che i morti seppelliscano i loro morti
La festa delle capanne
Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra
La luce del mondo
Dove vado io voi non potete venire. In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse nato, io sono
Io sono venuto in questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi
Il buon pastore. La porta
La missione dei settanta
Il Samaritano
Marta e Maria
La preghiera
I segni: la guarigione, Giona e la lampada
Guai a voi farisei
Le preoccupazioni
La venuta porterà la divisione
Ravvedetevi. Il fico
La donna paralitica. Il granello di senape e il lievito
Voi siete Dei
Io non so da dove venite. Benedetto colui che viene nel nome del Signore
Il gran convito
Chi non rinuncia a tutto quello che ha non può essere mio discepolo
La pecora smarrita. La dramma perduta
Il figliuol prodigo
Il fattore infedele
Il ricco e Lazzaro
Egli va a resuscitare Lazzaro perché essi vedano la resurrezione
E così il destino
Il compimento del Ministero

In principio
In principio era la Parola,

la Parola era presso Dio,

e la Parola era Dio.

E la Parola si fece carne,

dimorò tra noi.

Colui che è senza tempo

prese su di sé il tempo.

L’Infinito

si inchinò dinanzi al finito.



Ma chi poté vedere la luce?

Chi poté riconoscerla

mentre camminava tra le ombre del mondo?

Pochi furono coloro

che osservarono il compiersi dei segni.

Pochi furono coloro

che scorsero nel volto del Figlio dell’Uomo

il riflesso dell’eternità.



Il Ministero cominciò nel silenzio,

nelle terre di Galilea,

là dove il mare baciava la riva,

dove il vento sussurrava

segni e miracoli.

Un servo del centurione fu guarito,

e con lui

cominciò il cammino verso la verità,

verso il compimento del Regno.



«Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto,

ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito».

Queste furono le parole

che aprirono il cuore del Maestro,

e la fede del pagano divenne la chiave

che spalancò le porte del miracolo.

Un servo guarito,

ma con lui una fede nuova

nacque nelle anime di coloro che ascoltavano.



E così Gesù camminava,

lungo i sentieri polverosi

delle città, dei villaggi,

dove la polvere della terra

si mescolava ai sospiri del cielo.

Predicava, guariva,

districava l’oscurità con la luce delle sue parole.

E ogni miracolo non era solo un prodigio,

ma un segno.

Un dito puntato verso l’invisibile,

verso ciò che doveva venire.



Il cammino verso Gerusalemme si avvicinava,

ma prima di giungere al cuore della Passione,

il ministero doveva completarsi,

il verbo doveva diffondersi

come fuoco tra le stoppie,

come un fulmine che squarcia la notte.



«Io sono la via, la verità, e la vita.

Chiunque crede in me,

anche se muore, vivrà».

Queste parole

scossero l’umanità,

dalla carne fino allo spirito,

fino al profondo delle ossa,

finché il cuore dell’uomo non fosse risvegliato

dall’eterno torpore.



E così, il Maestro continuava,

ogni passo una rivelazione,

ogni gesto un enigma.

I ciechi vedevano,

i paralitici camminavano,

i sordi udivano.

Ma il mistero era più profondo della carne risanata.

Era il mistero della fede,

della rinascita interiore,

dell’anima risvegliata alla verità eterna.



E Lazzaro.

Lazzaro, il segno più grande.

Il prodigio definitivo.

La morte stessa fu sconfitta.

Non una guarigione,

ma una resurrezione.

«Lazzaro, vieni fuori!».

La voce del Figlio dell’Uomo

squarciò il velo tra la vita e la morte,

e il morto risorse.

Lazzaro, simbolo e prefigurazione,

ombra del sacrificio supremo

che si avvicinava.



Il ministero era compiuto.

Le parole erano state dette,

i segni erano stati mostrati.

Ogni parabola,

ogni miracolo,

era una freccia puntata verso Gerusalemme,

verso la croce che già proiettava la sua ombra

sulle colline di Betania.



Ma non tutti avevano visto.

Non tutti avevano capito.

Alcuni si erano smarriti

nella nebbia del dubbio,

accecati dall’orgoglio.

I farisei e i sacerdoti,

gli scribi e i potenti,

tessero la trama della croce,

ignari che il loro stesso disegno

fosse parte del piano divino.

Essi cospiravano

mentre la luce del mondo

splendeva sempre più forte.



E ora,

il Figlio dell’Uomo

era pronto per l’ultima fase del suo cammino.

La via della Passione si stagliava davanti a Lui.

Il tempo della sofferenza,

il tempo della redenzione.

Ma il seme era stato piantato,

il ministero compiuto.

La fede,

quella che vince la morte,

era stata proclamata.

E così,

mentre Lazzaro usciva dal sepolcro,

il Figlio dell’Uomo avanzava verso il proprio destino.