Domenico Riccio - Confucio

In Confucio, primo libro della “Trilogia del Fato”, l’autore ci guida in un viaggio profondo e intimo attraverso le riflessioni essenziali della saggezza, il valore dell’errore e la necessità del sacrificio. Con uno stile asciutto e austero, si esplorano temi senza tempo come la conoscenza, l’umiltà e il potere nascosto nei limiti. Il cammino della vita non è mai lineare: ogni passo, ogni caduta, è parte di un processo più ampio che ci invita a crescere. Il lettore scoprirà che l’errore non è una deviazione, ma parte del tessuto stesso della storia e della crescita individuale. Questo libro non offre risposte definitive, ma semina domande profonde, invitando il lettore a guardarsi dentro e a riscoprire la propria strada. Confucio è un percorso sulla natura umana, sul coraggio di affrontare l’incertezza e sull’importanza di accettare il proprio cammino con pazienza e saggezza: saprete proseguire fino alla fine?

Indice
L’Opera
Confucio – La saggezza dell’errore
L’Autore
Confucio
All’inizio, il silenzio
La morte non ha mai dimenticato nessuno e quando giunge, non è mai sazia
Se uno perde la strada, la strada non perde il suo corso
La nostra vita non è nostra
La terra reclama la vita
Togli poco a un uomo e lo renderai povero; togligli tutto e gli darai la libertà
Anche Dio è cresciuto. Anche lui è stato giovane
Il paradosso dei timorosi
Anche per i vizi occorre essere portato
Oggi la città è morta, uccisa dai suoi vizi, che non sa governare
Il fardello del corpo e la libertà dello spirito
L’inutilità della lotta materiale
Il peso del potere
Chissà quante cose non abbiamo mai pensato
L’imperatore precede il popolo
Ci sarà sempre un giorno che sorgerà per chiedermi conto delle mie virtù
L’uomo conosce le arti per non apprendere
La mia unica ricchezza è non dover avere
L’impero non è dell’imperatore. L’imperatore è dell’impero
L’imperatore può dare la vita o la morte a ciascuno dei suoi sudditi ma a nessuno può dare la saggezza
L’imperatore del mondo, il padrone di nulla
Il mio corpo è la tomba della mia scienza
Nel silenzio ho cominciato ad imparare
L’intelligenza e la stupidità
L’idiozia sta vincendo la guerra
La solitudine del destino
La violenza ovvero l’illusione della giustizia
Il giudizio ovvero l’ignoranza nascosta
La voce del silenzio
La sacralità del cosmo e l’inganno della scienza
Il linguaggio silenzioso delle cose
Il maglio non forgia la spada ma il braccio del fabbro
Non cercate di fermare il vento
Gli uomini sono diventati sordi. Ma pure gli dei devono essere diventati muti
La terra senza dei
Le risposte dell’animo guerriero
Indossare il proprio corpo
La paura dell’eguaglianza
L’unanimità ha reso grande l’impero
Non avere un nome
Il ritorno non finisce mai
In quello che vedi c’è l’ignoto
Il mare non è sbagliato
La via che ti porta alla meta
Il respiro della storia
Le cose giuste e gli errori
Nessuno può solcare i mari senza bagnarsi i piedi
Le mie catene
Ogni viaggio ha una fine

All’inizio, il silenzio
Il Maestro disse: «Ogni grande impresa inizia con il silenzio. Prima di ogni parola, prima di ogni pensiero espresso, vi è il vuoto, e da quel vuoto nasce la creazione. Chi non conosce il silenzio, non conosce la profondità della parola».

Gli allievi si inchinarono, consapevoli che quel momento segnava l’inizio di un lungo cammino di conoscenza. Il Maestro proseguì: «La via della saggezza non è retta, né priva di ostacoli. È un percorso tortuoso, fatto di deviazioni, di errori e di scoperte inattese. Non dovete cercare la verità immediata, né le risposte facili. La saggezza non si rivela a chi la cerca con impazienza».

Uno degli allievi, con rispetto, chiese: «Maestro, da dove dobbiamo iniziare questo cammino? Qual è il primo passo per avvicinarsi alla saggezza?».

Il Maestro rispose: «Il primo passo è l’ascolto. Non l’ascolto delle parole esterne, ma l’ascolto del proprio cuore. Se non sapete ascoltare ciò che dentro di voi è vero, non potete discernere ciò che è falso nel mondo. La saggezza non si trova nei grandi discorsi, ma nel silenzio del cuore che sa riconoscere la verità nascosta sotto il rumore della vita quotidiana».

Un altro allievo chiese: «Maestro, e dopo aver ascoltato il cuore, cosa dobbiamo fare?».

Il Maestro rispose: «Dopo l’ascolto, dovete imparare a osservare. Non correte a giudicare, non affrettatevi a trarre conclusioni. La vita è un tessuto complesso, fatto di fili visibili e invisibili. Ciò che vedete è solo una parte della realtà. Osservate con pazienza, con umiltà, e scoprirete che il mondo non è come appare. Dietro ogni cosa visibile c’è l’invisibile, e dietro ogni verità apparente, c’è una verità più profonda».

Gli allievi rimasero in silenzio, meditando su queste parole.

«Il viaggio che intraprendete», disse il Maestro, «non è solo un viaggio esteriore, ma un cammino interiore. Non è fatto solo di incontri con il mondo, ma di incontri con voi stessi. Ogni errore che commetterete, ogni caduta, è parte di quel cammino. Non cercate di evitarli, perché è proprio attraverso l’errore che si impara la vera saggezza».

Un allievo, con sguardo interrogativo, chiese: «Maestro, perché dobbiamo accettare gli errori? Non dovremmo evitarli per non allontanarci dal cammino?».

Il Maestro rispose: «L’errore è la vostra guida. Senza di esso, non sapreste mai cosa correggere, cosa migliorare. Chi teme l’errore, teme la crescita. Accettate gli errori come parte del vostro cammino, e imparate da essi. L’errore non è una deviazione dalla via, ma un insegnamento che vi riporta sulla strada giusta».

Con queste parole, il Maestro indicava non solo la necessità del sacrificio, ma anche l’importanza del limite. «Non potete solcare i mari senza bagnarvi i piedi», aveva detto, e in questo gli allievi avevano compreso che nessuna grandezza si raggiunge senza sforzo, senza un prezzo da pagare. Ma avevano anche imparato che i limiti non erano catene, bensì sostegni che permettevano di orientarsi nel vasto mare della conoscenza.

Il Maestro concluse: «Questo libro che iniziamo insieme non è un insieme di risposte, ma un dialogo aperto. Non dovete cercare la verità definitiva in queste pagine, ma la scintilla che vi porterà a scoprire la vostra verità. Ogni capitolo è una riflessione, ogni pensiero un seme. Sta a voi farlo crescere, coltivarlo, e trasformarlo in saggezza».

Gli allievi, profondamente toccati dalle sue parole, si prepararono al cammino che li attendeva, consapevoli che l’inizio non era altro che una preparazione per tutto ciò che avrebbero incontrato lungo la strada. Non cercavano più risposte immediate, ma si aprivano al mistero del viaggio, sapendo che ogni passo, ogni domanda, ogni errore sarebbe stato parte integrante della loro crescita.