Domenico Riccio - Ares
Un dio silenzioso e insaziabile, lacerato dalla sua stessa furia. Ares, il dio della guerra, non ha mai abbandonato l’umanità. Questa è la storia della nostra inevitabile discesa nell’abisso del conflitto eterno. Non si tratta di battaglie, di generali, di confini. Si tratta di un’idea che ci ha plasmato, che ci ha corrotto. La guerra è la nostra essenza. Ogni spada, ogni arma, ogni massacratore non sono altro che manifestazioni di un conflitto che brucia dentro di noi, che ci definisce. Dai primi passi dell’uomo nelle steppe selvagge alle guerre moderne, dalla brutalità dei conquistatori agli orrori dell’era nucleare, il ciclo non finisce mai. Perché ogni guerra porta la promessa di una vittoria, ma solo la certezza di un’altra fine. Le macchine, la tecnologia, l’intelligenza artificiale… tutto cambia, ma nulla frena il nostro istinto distruttivo. La fine del mondo non è una fine. È solo l’inizio di un altro ciclo. Questa è la guerra che ci è stata data e che, senza sosta, continueremo a vivere, fino all’ultimo respiro. E Ares, con il suo sorriso crudele, non smetterà mai di osservare.
Indice
L’Opera
Ares – L’ultima marcia della guerra
L’Autore
Ares
Il volto di Ares, il destino dell’umanità
Parte I – L’alba insanguinata
Il primo schiaffo. La guerra nasce prima dell’uomo
Pietra contro pietra. La violenza tribale e la scoperta dell’arma
Il sangue degli dei. Miti, sacrifici e la sacralizzazione della guerra
La spada e la città. La guerra forgia i primi imperi
Omero, il primo reporter. La guerra raccontata, celebrata, santificata
Falangi e legioni. L’arte di uccidere diventa scienza
Roma: ferro e gloria. La guerra come mestiere, la pace come illusione
Barbari alle porte. La guerra è eterna, gli imperi no
L’ultima aquila. La caduta di Roma e il passaggio di testimone
Ares sorride. Dalle rovine nasce un nuovo ciclo
Parte II – Il trono di Ares
Croci e spade. La guerra diventa santa
L’età della polvere e del caos. Castelli, cavalieri e battaglie senza fine
Il tuono di Dio. Cannoni, esplosivi e l’arte di sterminare
Imperi al rogo. Napoleone, la guerra totale e il delirio di conquista
Fucili e bandiera. La nazione nasce nel sangue
Guerra industriale. Il massacro diventa produzione di massa
La danza della morte. La Prima Guerra Mondiale: quando si muore per niente
Il secolo del fuoco. Hitler, Stalin, Hiroshima: il trionfo della distruzione
Guerra Fredda, morte calda. Bombe atomiche, guerre per procura, paura infinita
Ares sovrano. L’intero pianeta è un campo di battaglia
Parte III – L’ultima guerra
La guerra invisibile. Droni, cyberguerra e nemici senza volto
Le guerre del petrolio. Sangue e dollari nel deserto
La terra è un campo minato. Terrorismo, guerre civili e conflitti senza fine
Satelliti e missili. La guerra sale verso il cielo
L’intelligenza dell’apocalisse. IA, robot e l’ultima rivoluzione bellica
Le guerre silenziose. Biotecnologie, virus e guerre senza spari
La guerra delle macchine. Quando l’uomo smette di combattere e lascia fare a loro
Il giorno della fine. L’ultima guerra, quella definitiva
Il dio orfano. Ares guarda il suo mondo morire
Silenzio. Nessuno più per raccontarlo
Il giudizio finale. L’umanità contro se stessa
Il volto di Ares, il destino dell’umanità
La guerra è l’ombra che ha seguito l’uomo sin dal suo primo passo sulla Terra. Un’entità che non può essere ignorata, che trascende le sue molteplici forme e diventa più di una semplice serie di conflitti. La guerra è stata la compagna più costante dell’umanità, il terreno su cui le civiltà si sono costruite, il fuoco che ha forgiato le menti dei grandi conquistatori, il peso che ha gravato sulle spalle di milioni di vite. Ma è anche la condanna, quella di non riuscire mai a trovare un equilibrio, un cessate il fuoco definitivo. La guerra ha assorbito ogni angolo del nostro essere, ogni fibra della nostra storia. È la voce di Ares, il dio della guerra, che echeggia nelle guerre che hanno segnato il nostro passato e che, più inquietante che mai, si allunga verso il futuro.
Questo libro non è un semplice resoconto cronologico degli eventi bellici che hanno definito le epoche. Non si limita a raccontare guerre, battaglie, o generali; si addentra nel cuore stesso della guerra, esplorandone le radici, la sua essenza, l’impatto profondo che ha avuto sull’evoluzione dell’uomo. Perché la guerra non è solo l’espressione di una lotta fisica tra eserciti. È la manifestazione di una tensione primordiale che attraversa ogni cultura, ogni ideologia, ogni sistema di potere. La guerra è la risposta alla paura, all’incertezza, alla fame di dominio. È il terreno su cui il volto di Ares si riflette, un volto che assume mille forme, ma che resta immutato nella sua natura distruttiva e inesorabile. La guerra è stata il motore che ha alimentato la crescita degli imperi, la caduta delle civiltà, il cambiamento dei destini umani. Eppure, ogni guerra non ha mai avuto la forza di eliminare la guerra stessa. Essa vive, si trasforma, si reinventa, pur rimanendo fedele al suo obiettivo finale: la morte e la distruzione.
Immaginare Ares come una figura onnipresente non è un esercizio di mitologia. È un tentativo di comprendere un fatto che ogni essere umano porta dentro di sé, anche se non sempre consapevole: la guerra non è solo un atto che compiamo all’esterno, ma una forza che ci plasma, che modella il nostro pensiero, il nostro agire. La guerra è in noi, e l’umanità, pur cercando disperatamente la pace, sembra sempre tornare al punto di partenza. Non possiamo sfuggirle, non possiamo liberarci dal suo abbraccio. La guerra è, ed è sempre stata, una parte inevitabile del nostro destino. Questo libro è quindi una riflessione su quell’ineluttabile rapporto che ci lega alla guerra. Ogni capitolo non racconta solo le battaglie combattute, ma l’evoluzione dell’uomo come combattente, come soldato, come cittadino che subisce gli effetti devastanti di questa forza senza pietà. La guerra non è solo una questione di uomini armati su un campo di battaglia. È una questione di ideali, di politica, di religione, di identità. E dietro a tutto questo c’è sempre Ares, che non smette mai di sorridere, non smette mai di alimentare il ciclo infinito di morte e rinascita.
Le tre parti in cui questo libro si articola non intendono solo narrare la storia della guerra, ma tracciarne l’evoluzione come entità onnipresente che ha condotto l’uomo a trasformarsi in ciò che è. La prima parte esplora le origini della guerra, quando il conflitto era un atto primordiale, incuneato nel cuore delle prime società umane. Non si trattava di potere, ma di sopravvivenza, di affermazione della propria esistenza contro un mondo selvaggio. Le prime armi, i primi sacrifici, i primi miti che giustificavano la violenza: la guerra nasceva dall’urgenza della vita stessa. La seconda parte analizza l’apoteosi della guerra, quando essa diventa l’elemento che guida la storia umana, un principio che definisce l’evoluzione degli imperi, delle civiltà, delle idee. È il momento in cui la guerra diventa quasi una religione, una forma di sacralizzazione dell’atto violento, una forza che non solo distrugge, ma che plasma, che forma, che costruisce un mondo nuovo, intriso di sangue. Infine, la terza parte esamina la guerra moderna, quella che gioca con nuove tecnologie, con armi sofisticate, ma che, nonostante l’apparente avvento di pace e diplomazia, sembra non voler mai arrestare il suo corso. E quando l’umanità sembra aver raggiunto il culmine della sua civilizzazione, Ares non ha mai smesso di sorridere, per il semplice motivo che non siamo mai riusciti a liberarci dalla sua morsa. L’umanità è ormai intrappolata in un ciclo senza fine, e la guerra, oggi come un tempo, è diventata la nostra condanna, la nostra natura indomita.
Ogni guerra porta con sé il volto di Ares, ma anche quello di chi la subisce. Gli eserciti che avanzano non sono mai solo vittoriosi o perdenti; dietro ogni soldato c’è una storia di speranza, di paura, di disperazione. Ogni civiltà che crolla non è solo una struttura politica che si frantuma, ma una cultura che si spezza, un’identità che viene annientata. Ogni battaglia non è mai solo un episodio di distruzione, ma un momento di riflessione sulla condizione dell’uomo, che si trova sempre a fronteggiare l’impossibile, sempre a combattere contro un nemico invisibile che è dentro di lui. La guerra, con il suo abbraccio senza fine, ci spinge a una costante lotta contro la nostra stessa natura, contro l’idea di potere che ci ha portato a questo punto.
Questa è la vera natura della guerra, quella che esploriamo in queste pagine: non è solo un susseguirsi di eventi, ma è un viaggio nell’anima dell’umanità, nel cuore oscuro di ciò che siamo, di ciò che siamo stati, e di ciò che, forse, saremo ancora. Perché la guerra, pur cambiando nel tempo, rimane invariata nel suo scopo. Ogni cicatrice, ogni dolore, ogni rottura, ogni morte non è altro che il segno di un passato che non è mai veramente passato. La guerra è il nostro destino, e non possiamo sfuggirvi, non possiamo ignorarla. Ares non ci ha mai abbandonati, e, con il suo sorriso eterno, continua a guardare l’umanità danzare nel caos che ha creato.