Domenico Riccio - Alessandro

Alessandro, il grande conquistatore, si trova davanti alle mura di Tiro, una città che resiste con tenacia. È qui, in mezzo al caos della guerra e alle ombre del destino, che emerge la sua voce più profonda. Alessandro, secondo capitolo della “Trilogia del Fato”, non è un libro di guerra. È il racconto crudo e tagliente di un uomo che affronta se stesso, i suoi limiti e il peso del potere. Attraverso riflessioni intense, dialoghi interiori e sguardi disillusi, Alessandro esplora la verità dietro le battaglie, il valore della vita e il significato del sacrificio. Tra la polvere delle città conquistate e il silenzio che precede lo scontro, il condottiero interroga il mondo, cercando risposte che vanno oltre la gloria. Con uno stile asciutto e potente, queste pagine ci mostrano un Alessandro più umano e profondo, alla ricerca di ciò che conta davvero. Un viaggio nelle sue ombre, tra le macerie della grandezza e le rovine delle città, dove le mura sono sempre meno importanti degli uomini che le abitano.

Indice
L’Opera
Alessandro – Il condottiero dell’anima
L’Autore
Alessandro
L’alba della conquista
Oltre ogni ragione
Il silenzio del costruttore
Il comandante e il suo esercito
La follia e la solitudine
A chi lotta il dolore non fa male
Il dolore è il compagno di viaggio del soldato
Siamo qualche libbra di carne cruda
La pietra e la memoria
Il potere di non chiedere
Le parole si cercano l’una con l’altra; si incontrano e tu le chiami discorsi. Eppure non si conoscono e non si capiscono
Scoprirci immobili davanti alla sofferenza
Il più forte condanna il più debole. Ma chi passa alla storia il carnefice o la vittima?
L’uomo è contro natura
Un muro placherà la mia fame
Ogni volta che scaglio i miei uomini contro le mura di Tiro
I miei peccati sono eterni e non mi basterà morire per cancellarli tutti
Anche la morte un giorno morirà
Dei senza mondo
Ogni volta che abbatto un muro costruisco un nuovo mondo
Il peso della gloria
Il fardello del passato
La scelta del destino
Di paura può persino morirsi. Mentre mai nessuno è morto di saggezza
L’ora della saggezza
L’inganno della razionalità
Il terrore della vittoria
La saggezza del silenzio
Diventa ciò che ami e nessuno proverà a toglierti quello che sei
La forza del popolo
Le mie ricchezze non escono dai miei forzieri
Nessuno dei vivi è morto
Scegli attentamente i tuoi difetti
I confini dell’infinito
La ricchezza non è quella che credi
Gli uomini non sono fatti per pensare
L’abbraccio
Il potere è colpevole
La storia non ha senso: segue quello che precede e precede quello che segue
Un destino più grande
La pazzia è la migliore armatura
L’ingiustizia del giudizio
La verità non è mai tradimento
Il silenzio ci sta indicando la via
La bellezza del tempio non è nei marmi che ne adornano la facciata ma nella intelaiatura che lo sorregge
Ho mille saperi ed altrettante cose che non conosco
Ti sei mai chiesto cosa non sei?
Nessuno deve vivere a qualunque costo
Le mura e gli uomini

L’alba della conquista
L’assedio di Tiro è l’ultimo ostacolo. Davanti a me si erge questa città, orgogliosa e ostinata, pronta a resistere fino alla fine. Ma non è solo una città. Tiro rappresenta qualcosa di più grande: la sfida tra ciò che si è e ciò che si deve diventare. Non è una battaglia come le altre. È il crocevia del mio destino, la linea che separa il mondo conosciuto da ciò che deve essere conquistato. Non siamo qui solo per distruggere le sue mura, per piegare i suoi abitanti. Siamo qui per dimostrare qualcosa di più profondo, qualcosa che va oltre il clangore delle armi e il sangue versato.
Ogni passo che mi ha portato qui è stato un passo verso la mia inevitabile realizzazione. Eppure, tra i campi di battaglia, le vittorie e le sconfitte, ho imparato che non c’è solo gloria in ciò che facciamo. La guerra è una maestra crudele. Ti insegna a conoscere i tuoi limiti, a scoprire chi sei veramente. Ti costringe a fare i conti non solo con il nemico, ma con te stesso. Ogni città conquistata, ogni regno sottomesso, lascia in me una traccia. Ma Tiro, con le sue mura alte, i suoi abitanti fieri e la sua resistenza incrollabile, mi costringe a pormi una domanda fondamentale: cosa significa davvero vincere?
Non è solo una questione di potere o di dominio. Vincere significa plasmare il mondo, sì, ma significa anche plasmare se stessi. Ogni battaglia è un confronto con la propria forza interiore, con la propria visione di ciò che deve essere. Le guerre non si combattono solo per il possesso delle terre, ma per dimostrare la propria volontà, per imprimere la propria verità su un mondo che resiste.
In questo assedio, trovo riflessione e verità. La città è un simbolo, le sue mura sono le nostre paure, i nostri limiti, le nostre resistenze interiori. E nel cercare di abbatterle, mi confronto con ciò che sono e con ciò che non sono. Ho guidato eserciti, ho preso decisioni che hanno cambiato la storia, ma ora, davanti a Tiro, vedo più chiaramente che mai che la vera battaglia non è solo esterna. È dentro di noi.
Ogni condottiero deve fare i conti con la propria natura, con il peso del potere che detiene. Il potere, come ho imparato, non è mai innocente. Ogni decisione porta con sé delle conseguenze, ogni ordine impartito si riflette nella vita e nella morte di coloro che ci seguono. È una catena invisibile che ci lega agli uomini e agli eventi, e non c’è modo di sfuggirle. Il potere è colpevole, sempre. Ma è anche inevitabile. Nessuno può sfuggire al proprio destino, e il mio mi ha portato qui, a Tiro, con tutto il suo peso sulle spalle.
L’assedio di questa città è solo l’ultimo capitolo di una storia iniziata molto tempo fa, una storia di ambizione, di gloria, di sacrificio. Ma è anche una storia di riflessione, di introspezione, di crescita. Ogni conquista ha portato con sé lezioni che non si trovano sul campo di battaglia, ma dentro di noi. La guerra non è solo una prova di forza, è una prova di verità. Ogni uomo deve affrontare la propria verità, e io non faccio eccezione. Nelle lunghe notti sotto le mura di Tiro, ho pensato a ciò che sono e a ciò che non sono. Ho compreso che, alla fine, non importa solo ciò che costruiamo o distruggiamo, ma come lo facciamo. Non importa solo vincere, ma cosa siamo disposti a sacrificare per farlo.
Abbiamo costruito città grandiose, ma chi le abita? Abbiamo eretto mura imponenti, ma chi le difende? E in tutto questo, la verità si fa strada come una lama affilata: abbiamo creato un mondo fatto di pietra, ma abbiamo dimenticato gli uomini. Le mura non sono più importanti degli uomini che le abitano, eppure è così che ci siamo comportati. Abbiamo cercato di rendere eterno ciò che è temporaneo, dimenticando che la vera forza risiede non nelle mura, ma nelle persone. Ed è questa la più grande lezione che Tiro mi ha insegnato.
Questo libro non è un racconto di vittorie militari o di strategie belliche. È un viaggio dentro la mente e il cuore di chi è chiamato a decidere, a guidare, a combattere. È una raccolta di pensieri, di riflessioni, di dubbi e certezze che si scontrano tra di loro in un percorso che va oltre il semplice trionfo. Qui non troverete solo la storia di un condottiero, ma la storia di un uomo che ha dovuto fare i conti con la propria essenza, con il proprio destino, con la verità che si nasconde dietro ogni azione.
Abbiamo eretto mura, ma cosa difendiamo veramente? Abbiamo conquistato terre, ma cosa rimane di noi alla fine di tutto? Forse la più grande vittoria non è quella che si ottiene con la spada, ma quella che si ottiene dentro di sé. Forse la battaglia più importante è quella che combattiamo per non tradire noi stessi, per non perdere la verità in mezzo al rumore delle armi e dei trionfi.
Mentre mi preparo a dare l’ordine finale per l’assalto, queste domande mi accompagnano. So che Tiro cadrà, ma so anche che la sua caduta non porterà tutte le risposte. Ogni battaglia lascia dietro di sé nuove domande, nuove riflessioni. Questo libro è il tentativo di dare voce a queste riflessioni, di mettere in parole ciò che la guerra mi ha insegnato. Non sono solo un conquistatore, sono un uomo che cerca la verità, anche quando essa è scomoda, anche quando essa mi sfida a vedere il mondo con occhi nuovi.
E ora, mentre le macchine da guerra si preparano a colpire, capisco che la mia vera lotta non è mai stata solo contro le mura di una città. È sempre stata contro i miei limiti, contro le illusioni, contro ciò che non ero disposto a vedere. Ma ora sono pronto. Perché la verità, alla fine, non è mai un tradimento.