Salve, sono domenico riccio e questo è il mio piccolo sito nel quale potete trovare qualche notizia su di me. La pagina CHI SONO è una mia breve presentazione; in ESPERIENZE c’è il mio percorso di studi e professionale; in LIBRI & ALBUM trovate i libri e gli album musicali che ho pubblicato; in PUBBLICAZIONI c’è l’elenco completo dei miei scritti; alla pagina PROGETTI sono elencati i lavori in corso, foto e disegni. Se vi fa piacere, scrivetemi a contatti@domenicoriccio.com . Se volete, trovate tutte queste notizie insieme, continuando a leggere questo post.
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Federico
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Così lo Spirito mi portò sulla cima del monte. Quindi mi chiese: «Vuoi buttarti?». Ci pensai poco. Sicuramente sarei morto nella caduta eppure risposi «Sì, lo voglio». «Che strano esercizio è questo», disse lo Spirito, «rende tutti gli uomini falsi e nessuno saggio. Infatti tu non vuoi buttarti eppure hai detto di sì e lo faresti. Se fossi stato saggio non lo avresti fatto. E avresti avuto il tempo di imparare a volare». (Scritto nel 2019)
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Giuliano
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A chi non vede e a chi non ne ha bisogno io dico: Dio è colpevole! Il più colpevole! Il colpevole dei colpevoli! Di tutti i peccati dell’universo. Poiché Egli ha fatto cieli e terra. Per questo lo abbiamo messo a morte. Ha avuto giustizia. Quella migliore che gli si potesse offrire! È stato giudicato. Giudicato da Anna, Caifa, Pilato ed Erode. E poi ancora da Pilato e dal popolo. Tutti lo hanno giudicato. Tutti lo hanno giudicato colpevole! Dio non è stato ucciso da uno squilibrato, da un pazzo o da un fanatico. Non è stato assassinato. È stato condannato a morte da un tribunale regolare al termine di un regolare processo secondo le leggi. Il sistema e l’ordinamento degli uomini, in esecuzione delle proprie leggi umane, ha condannato a morte Dio. Tutti lo hanno voluto colpevole! Abbiamo trovato il colpevole. Egli si è fatto colpevole! Si è fatto colpevole per noi. Ma era colpevole. Colpevole di essere Dio. Di essere senza peccato. Di non essere conforme alle nostre regole … Qui
domenico riccio
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Geremia
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Ed ora ascoltami: la ragione inaridisce; il torto insegna. La formica ha ragione e resta formica; il bruco ha torto e diventa crisalide e farfalla. Perciò aspettati l’ingiustizia, poiché prima del giusto arriverà l’ingiusto. Il torto spianerà la strada alla giustizia. Quello che non è giusto accadrà anche se non sarà giusto. Aspettati l’angoscia. Perché questa arriverà. Arriverà l’angoscia e porterà la salvezza. Perché la salvezza arriverà attraverso l’angoscia. Aspettati la tribolazione. Prima del silenzio infatti ascolterai il tumulto. Lo sconvolgimento prima della pace. Solo le urla e gli strepiti spegneranno il brusio. Poi giungerà la quiete e questa la porterà la tribolazione. Torto e ragione; per questo non il giusto ti proclamerò ma il vero. E questo non sarà nel giusto ma nel vero. E così ti racconterò del torto. (Scritto nel 2015)
domenico riccio
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Samuele
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Amali tutti i tuoi giorni. Non odiarne alcuno. Non sai cos’hanno fatto per te. Essi ti hanno donato la vita. Si sono consumati fino a spegnersi nel crepuscolo uno ad uno. E poi ogni notte ogni giorno ha sognato. E di nuovo a brulicarti intorno al mattino. Come se fosse il primo, ogni giorno ha seguito il presente. Il passato è divenuto la storia. Così ieri è rimasto scolpito. Amali tutti e non dimenticarne alcuno. Dipana i tuoi giorni. Sciogli l’intreccio. I tuoi giorni sono come parole. Amale tutte le tue parole. Anche quella più truce. Non disdegnarla. Leggila insieme alle altre. Scoprirai la sua importanza nel grande discorso della tua vita. (Scritto nel 2014)
domenico riccio
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Elia
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Così a te racconterò il mio sogno. Due uomini camminavano alla volta del tempio discutendo animosamente sul giusto riguardo a Dio nel rito. Nel mentre, uno dei due cadde in un pozzo. Subito cominciò ad inveire contro l’amico perché a suo dire era la causa della sua sventura. L’amico non si lasciò trarre in inganno dalle sue parole. Si tolse la veste e la getto nel pozzo e così lo tirò fuori e lo salvò. E questi appena scampato al pericolo così si rivolse al suo salvatore: «Ora ti aspetti che io ti ringrazi?» Ma l’amico gli rispose: «No. Il Signore mi ha concesso la grazia di salvarti la vita, ma non mi ha permesso di renderti saggio». (Scritto nel 2013)
domenico riccio
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Ludwig
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C’è una interessante differenza fra il “vissuto” e il “saputo”. Il “vissuto” sono le cose che uno fa: sono le cose reali. Il “saputo” sono le cose che uno crede di sapere: sono le cose che non esistono. La differenza sta nella “strozzatura”: l’hic et nunc, il qui ed ora, il presente, il vivente. In questa “strozzatura” passa incessantemente il “vissuto”. Al contrario il “saputo” non ci passa mai. Una seconda differenza è che il “saputo” attribuisce forma e qualità alle cose. Ma nel “vivente” le cose sono in continuo mutamento e quindi hanno forme e qualità sempre cangianti. Perciò, quando il nostro cervello comincia a dettarci stabili cognizioni sulle cose come sugli avvenimenti, quello è il momento di dubitare di lui: ci sta indicando il “saputo” e così ci nasconde il “vissuto”. In ultima analisi vi voglio dire che nel mondo tutto è come è, e tutto avviene come avviene; non v’è in esso alcun valore, né, se vi fosse, avrebbe un valore. Ma il problema più grande è che, qualsiasi cosa s
domenico riccio
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Erasmo
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Il medioevo aveva preso in consegna le sorti dell’Europa al termine della grande avventura dell’impero romano. Anzi fu proprio il medioevo a creare l’Europa, dando ai popoli subentrati nei territori già governati da Roma e a quelli autoctoni, un’unica fede, quella cristiana e un’unica patria, il rinnovato impero. Il latino fu la lingua comune. Grazie ad esso si conservò la memoria della cultura antica e sulle sue basi se ne elaborò una originale. L’Europa divenne presto nazione. La nobiltà (l’ordo qui pugnat), il clero (l’ordo qui orat) e il terzo stato (l’ordo qui laborat), cooperarono per il comune progresso. Per quasi mille anni questo ordinamento aveva funzionato senza intoppi, ma alla fine del XV secolo esso mostrava segni di crisi. Il declino cominciò quando giunse al culmine la grande rinascita. Apparve sulla scena politica la borghesia, portatrice di interessi contrastanti con quelli della nobiltà e del clero. Gli scambi aumentarono, sorsero le prime industrie. La produzion
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