L’intermodalità III – I contratti di mobilità

Domenico Riccio - L’intermodalità III – I contratti di mobilità

La tecnica e l’economia tendono all’unità: tale percorso tuttavia non è seguito con la stessa convinzione dalla normativa.

In questo contesto, diventa difficile mantenere ben saldo il modello del contratto di trasporto tipizzato dal codice civile. Si pensi all’enfasi con la quale si affrontano i problemi dei trasporti intermodali, integrati e combinati i quali, pur presentando in sé una grande capacità innovativa, sotto l’aspetto normativo, comunque, vengono circoscritti in spazi ridotti e, nel momento in cui li si considerano giuridicamente integrati, li si sottopongono ad un sostanziale livellamento sia pure ammettendone le peculiarità di ciascuna disciplina, in specie, con riferimento al regime della responsabilità ed ai relativi criteri di limitazione. Le singole modalità di trasporto alimentandosi le une con le altre, in modo parassitario, hanno finito con il somigliare a questo o a quel contratto, in un miscuglio di tratti qualificanti di ardua rappresentazione. Ne risulta, nel suo complesso, un quadro normativo complicato entro il quale, nel tempo, si sono inseriti — e sono emersi — alcuni elementi che, combinandosi reciprocamente in modo assai vario, si presentano ora in forme diverse e mutevoli. Si è in presenza, quindi, di una normativa molto articolata per quell’incessante generarsi, integrarsi e stratificarsi nelle più disparate dimensioni. Orbene, in presenza di una struttura internamente composita, occorre essere consapevoli del modo in cui le disposizioni legislative si producono, si saldano strutturalmente e funzionalmente le une alle altre, al fine di assolvere alla peculiare funzione d’integrazione fra le diverse modalità dei trasporti, anche disponendo in contrasto.

A sicure, meccaniche, uniformi applicazioni occorre opporre strumenti capaci di rappresentare la vitalità che connota dette relazioni in una prospettiva dinamica, idonea a passare da un piano ad un altro dell’ordinamento, consentendo di cogliere la circolarità delle relazioni e dei reciproci continui rinvii.

(Scritto nel 2006)